Ma in quanti siamo a volere fare i fotografi?
Un’infinità.
Tutti vogliono fare il fotografo.
Molti di meno sanno presentarsi come fotografi mediante un portfolio fotografico convincente. Un portfolio serve per vendere le proprie immagini, per un corso di fotografia, per farsi conoscere meglio, per prendersi un incarico…
Ma cos’è un portfolio fotografico?
Un portfolio fotografico è semplicemente una collezione di nostri lavori fotografici. Le opzioni sono veramente infinite, dalla scelta del numero di fotografie da esporre allo stile da utilizzare. In questo post esamineremo assieme alcune regole che rappresentano una solida base su cui impostare il proprio lavoro di costruzione del portfolio. In particolare, parleremo del portfolio fotografico più tradizionale: quello fatto di carta stampata e fotografie che puoi toccare. Non parliamo oggi del portfolio online: ne parleremo un’altra volta.
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Di quante fotografie è fatto un portfolio fotografico?
Un portfolio fotografico deve proporre un numero sufficiente di fotografie da permettere al nostro interlocutore di valutare, possibilmente in modo non superficiale, le nostre capacità. Ho visto un portfolio fotografico di solamente 3 fotografie che mi è rimasto impresso nonostante siano passati gli anni, ma si tratta di un’eccezione. O sei un genio della fotografia, oppure ti serviranno più immagini per farti apprezzare.
Ho anche visto un portfolio fotografico di quasi cento immagini che dimostra semplicemente che il fotografo in questione non aveva capito nulla dell’interlocutore che aveva di fronte. Ma come puoi pretendere di catturare l’attenzione di un possibile cliente per cento immagini consecutive?
Il portfolio fotografico più prudente ha un numero di fotografie che varia tra le 20 e le 30. Questo permette una visione sufficientemente approfondita delle qualità del fotografo, senza però pagarla in termini di calo dell’attenzione da parte dell’esaminatore. Se poi vorrà vedere un numero maggiore di tue fotografie, sarà lui a chiedertelo.
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Le 3 immagini fondamentali del portfolio fotografico
Il portfolio fotografico deve avere almeno tre pilastri. Vale a dire tre immagini forti. Una all’inizio del portfolio, una verso il centro e l’ultima alla fine della raccolta.
Sarebbe bello avere un porfolio di 20 immagini eccezionali, ma non è ragionevolmente possibile. Quindi dovremo scegliere tre immagini tra le nostre migliori e utilizzarle in punti strategici nella sequenza espositiva.
- La prima immagine deve essere uno schiaffo al lettore. Deve essere quella che fa dire al tuo interlocutore: forse questo fotografo non è un cretino: vediamo cosa vuole raccontarmi con le sue immagini… Deve catturare la sua attenzione e soprattutto mostrargli un tema di suo interesse: hai mai provato a proporre un portfolio di fotografie di animali a una rivista di tecnologia? Ho reso l’idea (esempio tratto dalla realtà). Meglio ancora se riesci a proporre un qualcosa che interessa e non già visto: dimostri di avere studiato il mercato e soprattutto le esigenze della persona alla quale ti proponi.
- L’immagine centrale è il puntello della struttura. Una buona immagine collocata verso la metà della collezione permette di accentuare nuovamente la curva dell’attenzione che, per forza di cose, tende a calare con il passare delle immagini. E’ quella fotografia che da la scossa elettrica per non farti addormentare.
- L’ultima immagine è quella che deve fare dire al lettore “ne voglio ancora”. Non devi essere tu a insistere perché il tuo esaminatore valuti altre tue fotografie: deve essere lui a chiedertele. Lo farà perché sei bravo (e questo, soprattutto se vuoi proporti al mercato, è dato per scontato), perché gli hai fatto vedere qualcosa che gli interessa e perché lo hai incuriosito. Il tuo lettore deve alzare la testa avendo ancora fame di tue fotografie.
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La progettazione
Il cosa inserire nel tuo portfolio non posso essere io a dirtelo, ma ti posso suggerire il come presentarlo.
- Cura la qualità di stampa e scegli il migliore laboratorio fotografico in zona. D’altronde, si tratta di una presentazione che potrà avere impatto sul tuo futuro, giusto? E rompi quel salvadanaio!
- Un progetto coerente è in genere preferibile a fotografie slegate. Non è necessario fare vedere tutto quello che sai fare in 20 fotografie. Scegli un tema e rimani fedele a questo. E’ importante presentare un racconto oppure un elemento unificante unico per tutti il portfolio.
- …e scegli anche un taglio cui restare fedele. Sicuramente questo ti renderà un pizzico meno originale, ma non saltare schizzofreneticamente da colore a bianco e nero, da taglio orizzontale a verticale a quadrato, da colori freddi a caldi. Dai un’uniformità espositiva alla tua collezione di immagini: fai vedere che dietro c’è un progetto.
- Risolvi un problema al tuo cliente. Se è un produttore di gelati, non presentargli un portfolio di moda. Mettiti nei suoi panni: lui sta cercando di capire se puoi dargli una mano a risolvere un suo problema (vendere gelati) e non è interessato alla tua autobiografia fotografica. Proponigli un portfolio di genere food, e se c’è qualche scatto di gelato meglio ancora.
- Da non inserire: watermark, cornici e cornicette (!), la tua firma (!!) (Ho visto anche questo)
- Il titolo del portfolio può aiutare, così come una buon testo di accompagnamento. Ma la verità è che il tuo portfolio deve parlare da solo: se c’è bisogno di spiegare a voce le immagini vuole dire che probabilmente non funziona. A meno che tu non stia vendendo arte concettuale, ma allora è un altro lavoro.
- Ecco un articolo utile per rubare idee per la realizzazione del tuo portfolio: Facciamoci notare!
- Se hai 15 euro che ti avanzano, investili in un bel libro: Fotografia digitale: raccontare con le immagini. E’ uno dei rari testi dedicati alla costruzione di una storia fotografica, utilissimo per prendere idee per la tua storia.
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Portfolio fotografico: meglio in stile europeo o americano?
Come anticipato sopra, la coerenza nel presentare un lavoro compiuto è generalmente molto apprezzata dal lettore, specie se di impostazione europea. E’ però vero che si sta consolidando una tendenza, prevalentemente americana, nell’apprezzare anche un portfolio che presenti una varietà di immagini maggiore ma che mostri anche l’intero ventaglio delle capacità del fotografo. E’ una tendenza che trova come punto forte il mercato Fine Art, quello delle stampe di fotografie destinate a essere apprezzate come opere d’arte singole, magari di arredamento, e slegate da un contesto progettuale.
Se il lettore è un gallerista o un cliente può essere apprezzato il portfolio che presenta le migliori opere del fotografo anche se tratte da progetti diversi. In questo caso, l’obiettivo è quello di mostrare quello che si sa fare. E’ esattamente il contrario del portfolio progettuale, più europeo.
La soluzione al dilemma? Chiedere. Chiedere al lettore se preferisce valutare una selezione dei tuoi lavori oppure il progetto X. In genere, perlomeno sul mercato Europeo, ti diranno che preferiranno vedere entrambi ma il portfolio basato su un progetto incuriosisce sicuramente di più. Se presenterai un portfolio che racconta qualcosa dimostrerai di sapere narrare una storia e di non essere un semplice collezionista di belle immagini che, magari per caso, hai scattato in diverse occasioni durante la tua carriera.
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Come presentare il tuo progetto fotografico
I venditori di articoli fotografici campano anche della vendita di raccoglitori spettacolari per immagini da utilizzare durante la presentazione delle tue fotografie. Nulla di male: ce ne sono di bellissimi e personalmente sono il primo a esserne affascinato. Oltre che belli, sono spesso anche comodi.
La cosa importante è però sapere che tu non necessiti di averne uno per forza. A prescindere dal modello che scegli (a librone, a scatola, modello a cartellette rilegate…) purtroppo tutti questi supporti hanno un effetto già visto che non aiuta colui che espone le fotografie.
Dando per scontato che la qualità delle fotografie stampate deve essere buona, la confezione con cui presenti ll tuo prodotto valorizza quest’ultimo se è bella, ma soprattutto se è originale e ha un tratto distintivo.
In un mondo fotografico dove tutti vogliono fare i fotografi, e dove il tuo possibile cliente è sommerso di richieste Ogni Santo Giorno, puoi fare due cose:
- Cerchi l’elemento che ti distingua, e allora diventi quello che ha presentato quel portfolio fotografico particolare.
- Non ti distingui. E allora sei un soprammobile grigio su una scrivania grigia in una stanza dipinta di grigio.
Non sostengo che il gioco diventa esclusivamente l’originalità del pacchetto con cui presenti il tuo prodotto, ma che l’originalità non esasperata ha un vantaggio competitivo sulla concorrenza. Qualche esempio?
Il migliore portfolio fotografico esaminato da un mio amico editore è stato realizzato acquistando un’agenda Moleskine in formato A5 e appiccicandoci sopra le fotografie, fissandole con quattro pezzi di scotch agli angoli. A margine, scritte a mano e in bella calligrafia, si trovavano le note che davano alcune indicazioni sul progetto.
Vuoi utilizzare un raccoglitore tradizionale? Ok, nessun problema. Ma a termine esposizione delle tue immagini, lascia al tuo lettore qualcosa di fisico che gli ricordi che sei passato di li e che non butterà nel cestino dell’immondizia un secondo dopo che sei uscito dal suo ufficio. Magari fai un piccolo calendario con le tue immagini: costa due lire online. Oppure, come suggerisce un grande divulgatore di Fotografia, Roberto Tomesani (autore di una splendida serie di video su Youtube – canale Tauvisual – corri a vederla che s’impara tanto!), lascia una copia del tuo portfolio fatta di piccole immagini pinzate con una graffetta e mettile in una scatola di fiammiferi…
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Conclusioni
Questo articolo ha sintetizzato molte idee di molte persone. Alcuni sono stati miei insegnanti poi diventati amici, altri sono fotografi presenti da oltre un ventennio sul mercato, alcune idee sono basate sulla mia esperienza personale.
Le cinque idee da portarsi a casa sono queste:
- Un buon portfolio fotografico ha tra le 20 e 30 immagini.
- Un buon portfolio fotografico ha bisogno di almeno tre immagini forti: una all’inizio, una nel mezzo, una alla fine.
- Scegli un taglio cui restare fedele: non saltare dal bianco e nero al colore, non saltare tra diversi formati di stampa. E scegliti una buon laboratorio di sviluppo.
- Se sei nel dubbio, presenta un progetto coerente anziché i tuoi migliori lavori senza un filo conduttore. Meglio ancora: fagli vedere un progetto fotografico che gli risolva un problema.
- Anche la confezione è importante: fatti ricordare dal tuo cliente!
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Non ho ancora valutato l’idea di stampare una delle selezione delle mie immagini. In base alla tua esperienza ne vale la pena? Si possono trovare clienti e come li cerchi?
Grazie di questo bell’articolo..
Ciao Fabio,
E mica sono delle domande da poco quelle che mi fai! Intanto grazie di esserti fermato qui a leggere.
Sulla base della mia esperienza, il consiglio è quello prima di trovare il cliente, e poi di stampare un portfolio fotografico che interessi a lui. E’ lui che ha un problema da risolvere e (forse) sarà lui che ci commissionerà un lavoro. Stampare una selezione delle nostre immagini su scelta personale può andare bene per fare vedere l’album alla fidanzata (io l’ho fatto!), per tenere una foto-autobiografia dei propri lavori… ma finisce li.
Sul come fare a trovare clienti siamo nel campo delle scienze occulte, soprattutto in questo periodo di crisi (Specie clienti che paghino!)
Grazie della risposta Paolo… Vedremo..Per intanto spero di incrementare notevolmente il mio portfolio grazie alla mia nuova avventura… Stay tuned!!!
Articolo interessante ma mi hai spiazzato mi aspettavo qualcosa legato al microstock. Oppure in un certo senso centra?
Aspetto con ansia l’articolo sul portfolio online, che citi all’inizio, perché sto pianificando di realizzarne uno per il mio piccolo blog ma non ho ben chiaro come strutturarlo intendo per i contenuti.
Ciao Alfredo,
Questa settimana abbiamo parlato di qualcosa un po’ diverso rispetto al microstock. Il focus del blog fotoguadagnare.com è anche il microstock, ma non solo: mi piacerebbe esplorare modi diversi di guadagnarsi la pagnotta con la fotografia. Ad esempio sto incominciando a testare altre strade come Zazzle e Fine Art America. Vi tengo aggiornati se ci sono novità interessanti, ma sono benvenute tutte le idee e suggerimenti su come guadagnare online vendendo la propria produzione fotografica. A presto!
Caro Paolo,
veramente interessante l’idea del portfolio fotografico … prima o poi ci arriverò, ma oggi ho una nuova domanda per te e per tutti i tuoi lettori: come organizzare in modo efficiente cataloghi/raccolte su Lightroom (anche per poi velocizzare il flusso di foto da caricare sulle diverse agenzie)? E’ utile avere un catalogo destinato al microstock? E’ meglio organizzare i cataloghi per tematiche? per città/luoghi visitati?
Come sempre, ti ringrazio per il supporto e auguro a tutti una Buona Giornata.
Federica
Buongiorno Federica,
Sulle strategie con cui organizzare il proprio catalogo penso che ognuno di noi abbia le sue preferenze veramente personali. Io ti racconto la mia: utilizzo semplicemente tre cartelle distinte create con Lightroom. La prima si chiama RAW, e contiene i file grezzi. La seconda si chiama Waiting, e contiene i file finiti pronti per l’invio alle agenzie microstock (incluse le keyword). La terza cartella l’ho chiamata Microstock e contiene una serie di sottocartelle con dei numeri in sequenza, corrispondenti al numero della settimana e all’anno in cui quel gruppo di fotografie è stato inviato alle agenzie.
Dopo mille esperimenti, questa organizzazione grezza e semplice è quella che mi ha dato maggiori soddisfazioni.
A presto!
Paolo
Qualche tempo fa Paolo ha pubblicato, su questo blog, un mio articolo relativamente all’organizzazione del proprio catalogo per il microstock. Prova a darci un occhio.
Paolo mi faccio un po’ di pubblicità ;)
Sempre ottime indicazioni. Non sono un fotografo professionista (non sono neanche un fotografo, sinceramente), ma questo articolo, non si sa mai, potrà sempre tornare utile, qualora decidessi di fare della fotografia un’attività a tempo pieno.
Come sempre, grazie.
Ciao Paolo,
grazie x i tuoi contributi sempre preziosi.
Vorrei tornare sul discorso microstock con alcune domande / osservazioni tecniche.
1. Ho provato a togliere la possibilità di vendere nel circuito Dollar Photo Club di Fotolia e mi sembra che le vendite non a prezzo base siano notevolmente aumentate.
Le vendite in abbonamento sono rimaste sostanzialmente costanti.
2. Le accettazioni su PhotoDune / Envato sono drasticamente crollate. Ho sentito altri contributori che si lamentano.
3, Shuttestock è sempre il meglio
4. Alamy è inchiodato. Nessuna vendita da 2-3 mesi (e pochissime foto accettate).
5. CanStockPhoto si sta risvegliando dal letargo e soprattutto nelle ultime 3 settimane le vendite si fanno consistenti.
6. IStock invece il mese scorso era partito bene, poi un leggero calo e ora siamo veramente a livelli bassissimi. Tipo 1 vendita ogni 2-3 giorni. Come mai ? Tu noti un calo ?
7. BigStock e DepositPhoto nella norma, forse un po’ meglio BigStock.
8. Interessa molto anche a me il discorso Zazzle e FineArtAmerica. Attendiamo tue notizie.
9. Con 500px ho caricato diverse foto, ma nessuna vendita. Però è un bel sito per scambiare varie opinioni (tipo flickr).
10. Dreamstime, nella norma. Forse sono diventanti un po’ meno “cattivi” nel selezionare le foto.
Prossimamente Vi racconterò anche la mia esperienza su liberatorie e proprietà privata violata (prima vediamo se si sistema il tutto). Praticamente un proprietario di una azienda vuole citare in giudizio l’agenzia e il fotografo (io) per scatti fotografici all’interno della sua azienda. Speriamo si rivolva in bene. Se va male tutti i miei guadagni di 4 anni di microstock (e dei prossimi 10 anni) saranno buttati al vento (o agli avvocati) !
ciao
Ciao Federico,
Intanto grazie per avere condiviso la tua analisi. Devo dire che mi ci ritrovo molto. La squadra Shutterstock/Fotolia/iStock per me sta facendo il traino, ma anche 123RF se la cava bene. Devo dire che su iStock non ho avuto un calo delle vendite, anzi: nell’ultimo anno nonostante una politica delle vendite che è stata molto criticata online ai contributors io ho visto guadagni in ascesa.
Un grande in bocca al lupo per la questione legale. Se il tutto si risolverà positivamente naturalmente qui ci sono porte aperte per raccontare la tua esperienza.
Paolo
Ragazzi ma un portfolio digitale può essere solo online o anche una raccolta di foto in pennina?
Ciao Fefi,
Un portfolio alla fine è una raccolta e selezione di immagini, quindi il supporto su cui vuoi averlo è questione di gusti personali. Devo dire però averlo online ti permette di fare il figo quando sei a una festa con gli amici (e magari qualche potenziale cliente…) e dire “…è vero, anche io ho il mio portfolio online. Te lo faccio vedere con il telefonino…”
Paolo
Ho una domanda da porle , metto subito in chiaro che sono un principiante, e che mi sto affacciando a questo mondo per la prima volta, ho tanta voglia di imparare questo mestiere, è sempre stata una mia grande passione, purtroppo è anche vero che bisogna avere un po di soldi prima di ingranare per bene, e per adesso mi sto facendo strada da solo, ho una canon eos 1200D secondo voi com’è la qualita di questa macchina?… ma veniamo al dunque , c’è un passaggio che non mi era tanto chiaro, cioè come mai nel portfolio non va messa assolutamente la firma? in questo modo mi è sorto il dubbio di come possa capire, il nostro cliente, che sono opere nostre?…non attaccatemi perche ve l’ho detto sono alle prime armi hahhahahahaa ho tutto da imparare :D grazie mille in anticipo :) :)
Ciao Michele, tranquillo: tutti abbiamo iniziato.
1) La Canon 1200D non è il top ma neanche il minimo, io ho iniziato con una macchina molto meno potente della tua. Magari non spingerti troppo cercando performance estreme scattando con poca luminosità.
2) Nel mercato del microstock, di fatto al tuo cliente interessa poco (più spesso nulla) di chi è l’autore della fotografia. Il problema è se mai tuo, qualora le fotografie fossero utilizzate in modo non legittimo perchè “scopiazzate” sul web. Il consiglio è quello di inserire il proprio nome nei dati EXIF, ma di non stare ad impazzirci perchè comunque anche quelli sono cambiabili e quindi falsificabili.
Sintesi: una volta che le tue immagini sono sul web, è difficile rivendicarne la paternità
Paolo
Paolo
Buongiorno, sono stato sul Suo sito, però non ho avuto risposta ad una mia domanda. In prevalenza faccio foto di moda quindi i soggetti ripresi sono persone famose e non, queste foto hanno uno spazio nel mercato della fotografia oppure no? Mi riferisco al fatto che non ho la possibilità di farmi firmare un autorizzazione da tutti altrimenti durante la fashion week dovrei viaggiare con una risma di carta da farmi firmare oltre al peso della reflex. Può darmi delle informazioni attendibili in merito. Resto in attesa. Saluti. Paolo
Ciao Paolo,
A mio parere il microstock non è il mercato ideale per questo tipo di prodotto. L’unico modo che vedo per fare un tentativo è quello di vendere con licenza editoriale, ma è da vedere caso per caso e agenzia per agenzia se le fotografie saranno accettate. Se il tema è ad esempio la settimana della moda a Milano è possibile trovare un mercato disposto ad acquistare il tuo prodotto, ma fotografie di persone singole senza liberatoria la vedo complessa.
Paolo