Ma vale veramente la pena di sbattersi quotidianamente da anni per caricare centinaia e centinaia di fotografie sui siti di agenzie microstock?

Anche se volessimo contribuire esclusivamente alle migliori agenzie (Shutterstock, Fotolia, iStock, 123RF…), i guadagni  ripagherebbero la fatica, il tempo  e gli investimenti?

Due lettori mi hanno scritto recentemente e le loro mail avevano una perplessità in comune: se il gioco valesse la candela oppure no. Vediamolo assieme.

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Il pessimista

Ci scrive Onofrio

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So bene per esperienza diretta che vendere 1.200 files al mese, 750 dei quali su Shutterstock con la maggioranza a 30/33 cents, produce un ricavo quantificabile con la seguente espressione : 

Euro = (numero files / 2) + qualcosina (variante che dipende dalla qualità del portfolio)

Quindi direi che nel tuo caso, salvo eccezione, saranno 650 / 700 euro mensili di ricavo dai microstock. Ai quali bisogna togliere almeno il 27% in fase di dichiarazione dei redditi (addirittura il 38% se aggiunti al tuo reddito superano lo scaglione). Se tutto va bene restano circa 500 euro al mese.

Ma questo dopo essersi sbattuti giornalmente per 6/7 anni nel tuo caso.
E con la certezza che se smetti di caricare, i ricavi cominciano a diminuire inesorabilmente.
E con l’impegno di impegnarsi addirittura su 25 microstock diversi.

Tutto questo dovresti specificarlo a chi non sa, perchè chi legge da neofita del microstock….
finisce per credere che vendendo 1.200 foto al mese chissà quanti soldi fai su.
E non è così.

Per conto mio…………..il gioco non vale la candela.
Ma Buona Fortuna lo stesso.

Onofrio

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Il dubbioso

Ci scrive Manfred…

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Ciao ho letto il tuo articolo sul mercato fotografico e la tua top 5 agenzie..

Volevo chiederti (per farla breve) che bugget riesci a fare con queste agenzie… con il tuo quantitativo di foto vedo di c.a. 2000 foto x agenzia.

Io sono un professionista con discreto archivio e lavoro gia per un’agenzia grossa che mi seleziona pochissime immagini e vuole pero esclusiva… 

Mi restano molte immagini che potrei mettere nel mercato come tu consigli. 

Solo che… 

Ho paura che ci sia moltissimo lavoro x un ritorno molto scarso…

Ne vale la candela?

ATTENDO UN TUO FEEDBACK!!!

buon lavoro e

GRAZIE

Saluti.
 
Manfred

 

La mia idea sulla fotografia microstock

SplitShire_03071-800x500Premesso che non pubblicherò in questo post i miei incassi mensili con dettaglio di 730, c’è però spazio per parlare se vale o meno la pena di investire nel microstock.

Breve riassunto della mia esperienza personale: ho incominciato a vendere fotografie su siti microstock nel 2008 e sono arrivato a vendere circa 1.200 – 1.300 immagini al mese su 25 agenzie. Non sono un fotografo microstock a tempo pieno e ho un lavoro da dipendente come impiegato.

Utilizzo per l’attività di fotografo microstock il tempo ritagliato dai dopocena di due-tre sere alla settimana, più mezza giornata durante i weekend. Va anche precisato che se durante l’anno faccio uno o due viaggi vacanza, li sfrutto per creare immagini da utilizzare nei periodi di vacche magre nel resto dell’anno, quando magari non ho tempo di scattare.

Per quanto riguarda l’aspetto economico, trovo la posizione di Onofrio piuttosto pessimista. Se da un lato è vero che Shutterstock è per la maggioranza dei fotografi microstock l’agenzia di riferimento, è anche vero che i guadagni per singolo download in questa agenzia si spostano progressivamente da 0,25 a 0,38 centesimi con il progredire dei guadagni del fotografo (più hai guadagnato = più è facile guadagnare, come illustrato in questa tabella Shutterstock). Inoltre, con il crescere delle dimensioni del portfolio fotografico, aumentano proporzionalmente i download da 28 dollari. Insomma: ho motivo di essere più ottimista di Onofrio.

E’ vero che se si smette di caricare immagini con costanza i ricavi diminuiscono? Nella maggior parte dei casi, sì. Ho conosciuto personalmente un solo fotografo microstock che ha avuto un’esperienza opposta di guadagni che aumentavano nel corso dell’anno senza l’invio di ulteriori immagini, ma il fenomeno era legato a un portfolio fotografico così di nicchia che è un qualcosa di non facilmente replicabile. Le ragioni per le quali normalmente è preferibile e necessario un invio costante di immagini sono diverse:

  • Alcune agenzie privilegiano le ultime immagini inviate in ordine di tempo nei loro algoritmi di ricerca
  • I clienti possono avere bisogno di cercare immagini nuove, e in questo caso utilizzeranno questo tipo di filtro per ordinare la loro ricerca
  • E’ più facile azzeccare la stagionalità giusta: inviare 52 immagini di palline di Natale in un unico momento è decisamente rischioso, mentre inviandone una a settimana statisticamente si incontreranno le settimane giuste per la partenza dei progetti editoriali riguardanti il Natale (NB: agosto!)
  • Non si stanca il revisore con cento immagini di cuccioli di cane (abbiate pietà per il povero revisore, please!) e si limitano i rifiuti per invii di immagini simili

A prescindere dal motivo, quello che ci interessa è l’aspetto pratico: caricare immagini lentamente e con costanza paga di più che caricarne tante, tutte e subito.

E qui diventa opportuno fare un commento alla mail di Manfred.

Inviare un portfolio anche di migliaia di fotografie oggi, non vuole dire avere ricavi consistenti da domani mattina. L’elemento tempo è determinante. Personalmente quando aggiungo una nuova agenzia microstock al mio ventaglio di collaborazioni, non invio mai il mio portfolio standard di 2.500 immagini tutte assieme (rischiando di vanificare il potenziale di vendita del portfolio), ma preferisco un invio costante di 50 immagini mischiate (=temi diversi) pianificato in 50 settimane. E’ un processo lungo? Di sicuro non è un processo breve, ma il microstock NON è un sistema per diventare ricchi velocemente lavorando poco.

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Ma allora il gioco vale la candela?

Dipende. Nel mio personale caso, sì. Le mie motivazioni sono:

  • In questi anni ho imparato tantissimo in termini di tecnica fotografica e comprensione del mercato. Più che in qualsiasi corso di fotografia che abbia frequentato.
  • L’investimento di capitale iniziale per quest’attività imprenditoriale è minimo.
  • La richiesta di tempo necessario a seguire l’attività di fotografo microstock è conciliabile con la mia vita privata: due o tre sere alla settimana dopocena, più una mezza giornata durante il weekend. La flessibilità degli orari mi permette di divertirmi facendo fotografia senza farlo diventare un obbligo.
  • Ho un lavoro dipendente che non mi ha imposto di dover vivere con quest’attività e mi ha consentito negli anni di costruire con calma il mio portfolio online (e di accumulare la giusta esperienza)

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Conclusioni

  • Il microstock NON è diventa ricco velocemente lavorando 5 minuti alla settimana
  • …ma è anche vero che permette di trasformare una passione in una fonte di reddito che con gli anni diventa sempre più sostanziosa. Il  microstock ha una forte inerzia: più hai venduto, più è facile vendere.
  • Non ha senso aspettarsi un guadagno consistente entro tempi brevi. Se vogliamo ipotizzare una finestra temporale, con tutti i limiti del caso, è possibile azzardare uno guadagno di 1.000 euro (tasse escluse) in un triennio di lavoro. Ma devi darti da fare!
  • Il flusso di lavoro continuativo nel tempo paga meglio.
  • Se vuoi qualche idea per correre più velocemente, ti segnalo l’articolo Ho deciso. Voglio “fare soldi” con la fotografia microstock.

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