2Paolo, ma perché continui a scrivere di Adobe Lightroom invece di Photoshop? Questa è la seconda domanda più comune che ricevo nella mail di questo blog ([email protected]). La prima è relativa a quanto tempo ci vuole per avere uno stipendio dignitoso per vivere vendendo fotografie online, licenziarsi dall’attuale lavoro e mandare a stendere il capo (risposta: almeno un triennio. Ma si deve trottare veramente veloce per farcela in tre anni).

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Già diverso tempo fa, il mio collega d’ufficio Leo mi ha parlato per puro caso di fronte alla macchinetta del caffè di Lightroom. Io non avevo mai sentito parlare in precedenza di questo programma e, trovando difficile utilizzare Photoshop per l’eccesso di funzioni, mi limitavo a utilizzare Adobe Photoshop Elements (una versione più limitata, economica e semplice di Photoshop).  Qualche settimana dopo, frequentando un corso di fotografia serio con altri alunni aspiranti fotografi con atteggiamento molto più professional e artisti di me (non ho detto che mi occupavo di microstock altrimenti mi sbranavano!), mi sono accorto che quasi tutto utilizzavano Lightroom, a volte abbinato con Photoshop, ma quasi nessuno utilizzava in modo esclusivo Photoshop. A quel punto mi son detto: facciamo un esperimento e vediamo cos’è di speciale. E da allora non sono mai più ritornato indietro.

Non ho la pretesa di analizzare a fondo le caratteristiche di questi due eccezionali software dei quali trovate centinaia di recensioni online. Vorrei però spiegare perché la scelta di Lightroom si è dimostrata per me la migliore e perché credo possa essere la migliore anche per altri fotografi che si lanciano nell’avventura di vendere foto online, a prescindere dal fatto che si scelga di vendere mediante microstock, macrostock o di aprirsi un proprio sito di vendita.

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Vi presento Adobe Photoshop

Photoshop è un software che, almeno all’inizio, era destinato esclusivamente all’editing fotografico. Oggi è molto di più: dal 1990 si è evoluto diventando un prodotto con mille possibilità applicative dirette non solo più a fotografi, ma anche ad architetti, editori, artisti 3D e designers. Se poi ci si aggiungono le enormi possibilità di espansione mediante filtri e plugins, ci rendiamo conto di come ci si ritrovi davanti alla Ferrari dei programmi di fotoritocco e grafica. Si tratta semplicemente del più professionale software di questa categoria esistente. A differenza di Lightroom, Photoshop non conserva un database o catalogo delle immagini archiviate.

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Vi presento Adobe Lightroom

La differenza rispetto al più famoso Photoshop può essere non chiara a chi si avvicina per la prima volta a Lightroom. Questo software è un sottoinsieme di Photoshop con specifiche funzionalità di cui il primo non dispone. L’obiettivo principe di Lightroom è quello di gestire grandi quantitativi di immagini e ottimizzarne la gestione e archiviazione. Anche in questo caso, il software si è evoluto negli anni ed ha incominciato ad avere funzioni di editing sempre più evolute, tanto da arrivare a chiedersi se oggi non sia diventato un’alternativa più che convincente del fratello maggiore Photoshop. Lightroom rimane cintura nera di archiviazione e catalogazione di immagini: è nato per questo e lo fa veramente bene.

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Simpatico intermezzo: l’alternativa gratuita a Photoshop

E adesso presentiamo il terzo incomodo, GIMP, definito da alcuni il Photoshop gratuito. Si tratta di un software completamente open source, utilizzato da anni in particolare dagli utenti Linux. In passato è stato criticato per non avere tutti gli strumenti che ha Photoshop (e vorrei vedere! Già che è gratis, lo vuoi anche migliore?).

Una seconda critica era relativa ad una certa complessità nella gestione delle elaborazioni fotografiche, ma le cose sono cambiate notevolmente di recente. Chi già utilizza Photoshop si ritroverà a casa perché molti strumenti sono familiari, come i livelli, i pennelli per le modifiche e gli strumenti di selezione. Le capacità di editing sono diventate negli anni molto potenti e lascia stupiti il fatto che il software non sia a pagamento. Attenzione: GIMP non è Photoshop e gli utenti più avanzati ne sentiranno prima o poi alcune ristrettezze rispetto al più blasonato software, ma vale veramente la pena di provarlo perché è probabile che vi ritroviate con qualche soldino in più in tasca per portare fuori la moglie a cena in un locale per una volta non classificato come economico.

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Capacità di editing fotografico

Non essendo questo un articolo che esamina le singole funzionalità dei due software di casa Adobe, provo a farla breve. Se da un lato Lightroom ha delle capacità di editing ottime, Photoshop le ha eccezionali perché fa tutto quello che fa il primo software e ancora di più. Alcuni fotografi utilizzano Photoshop abbinato a Adobe Bridge per sopperire ad alcune funzioni di gestione archivi di cui Lightroom dispone e Photoshop no. Ma sebbene Bridge permetta di avere uno strumento complessivo (Photoshop+Bridge) un po’ più flessibile, di fatto non è un sistema di catalogazione e gestione archivi. Quello che in Lightroom può essere fatto in un secondo, come ad esempio la ricerca di un’immagine in un database, è molto più laborioso in Bridge, in cui il sistema è più simile a un file manager: si ricerca un’immagine scavando nelle gerarchie.

Un’opinione errata ma abbastanza diffusa è quelle che Lightroom sia una sorta di versione amatoriale di Photoshop con funzionalità ridotte. Non è così. Sicuramente Photoshop ha più funzioni di editing rispetto a Lightroom: la gestione dei livelli, gli ottimi strumenti di selezione e rimozione, HDR e fusione immagini panoramiche…Photoshop è pieno di effetti speciali per stupire il pubblico. Altro problema è quanti di questi effetti speciali siano veramente utilizzati.

Lightroom ha meno strumenti di editing ma ha tutti i fondamentali e di ottima qualità. Anche Lightroom ha i suoi effetti speciali come le capacità di organizzazione del database e di lavoro su fotografie in serie (avere la possibilità di regolare il bilanciamento del bianco sulla prima foto di uno shooting e poi copiarlo con un click sulle altre 100 ti rende enormemente più facile la vita).

Un’importante differenza tra i due software deriva dal fatto che Lightroom permette di fare modifiche non distruttive, ovvero memorizza le modifiche che vogliamo apportare allo scatto inserendole in un database ma senza sovrascriverle alla fotografia originale. Il risultato pratico è che ogni modifica che facciamo a una fotografia in catalogo è reversibile (grazie al cielo! Ho recuperato tante di quelle porcherie di editing che avevo fatto!) fino al salvataggio finale. In Photoshop, invece, è buona prassi fare una copia del file originale per preservarlo in caso di editing non soddisfacente, con la ovvia conseguenza di raddoppiare i file e complicare il flusso di lavoro.

Dopo questa rapida panoramica dei due prodotti, nel prossimo post vedremo le ragioni per le quali Lightroom sia la scelta giusta per coloro che si occupano di fotografia stock e non solo.