Quando ho visto il portfolio di fotografia microstock di Luca, subito ho pensato qui c’è veramente tanto da lavorare per migliorare.

Poi, scorrendo le sue immagini, ho corretto la mia opinione e mi sono detto: però! Qui c’è già del mestiere!

Nelle fotografie seguenti ho nuovamente corretto il tiro, dicendomi no no… qui dobbiamo rimboccarci le maniche perché veramente non ci siamo.

E poi, un nuovo cambio di opinione: ma questa immagine è veramente bella! Funziona!

Non sapendo se sono io schizofrenico (probabile) oppure il portfolio di Luca, lascio a lui la parola scritta per presentarsi.

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Ci scrive Luca

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Ciao Paolo, 

Grazie per avere condiviso la tua esperienza e il tuo lavoro. I tuoi articoli sono una guida preziosa. 

Ho scoperto il Microstock grazie al tuo blog lo scorso dicembre. Visto che l’incontro con il tuo lavoro mi ha dato la spinta per partire, vorrei raccontarti il mio percorso. Vorrei poi chiedere, per piacere, il tuo parere per sapere se sto andando nel verso giusto. 

Ovviamente sono un appassionato (livello molto basic amatoriale) di fotografia. Da qualche tempo, però, mi chiedevo quale fosse il fine ultimo del mio fotografare. La passione, certo. Ma ero in cerca di un modo per misurarmi, di un obiettivo per dare uno scopo ai miei tentativi di migliorare. Anche se non sono un gran fotografo, ho deciso di provare.

Sono partito con Shutterstock. Lette le loro richieste, rimaneva ben poco da sottoporgli tra le mie foto. Ne ho selezionate una trentina. Al terzo tentativo, sono riuscito a farmi accettare. Al primo giorno online, arriva anche la prima inaspettata vendita. Incredibile, qualcuno è disposto a comprare una mia foto! Dopo una settimana raggiungo il primo dollaro in totale. Ho venduto una foto in Brasile, sono attonito!

Seguendo i tuoi consigli, mi sono iscritto immediatamente a Fotolia, iStock, 123rf e Depositphoto e durante le feste ho iniziato a fare anche qualche foto per incrementare il portfolio.  

La prima problematica che ho riscontrato è la difficoltà di trovare dei temi da trattare e delle nicchie da esplorare. Inoltre non credevo che il lavoro da fare fosse così tanto.

Ad oggi, ho i seguenti portfolio:

Shutterstock – 29 immagini

Fotolia – 31 immagini

iStock – 41 immagini

123rf – 37 immagini

Depositphoto – 37 immagini (con immagini ancora in valutazione).

 

Dopo la prima settimana, nessuna vendita e pochissime visioni. Ho venduto solo su Shutterstock, 5 immagini in totale.

L’ampiezza dei miei portfolio è il primo aspetto su cui devo lavorare, ampliando e diversificando (anche se non credo di poter caricare più di qualche immagine alla settimana). Mi ci vorrà ancora tanto tempo, ma insisterò.   

Vorrei comunque sottoporti il mio lavoro per avere, se possibile, il tuo parere sincero da fotografo esperto. Oltre al fatto che i portfolio sono molto scarni, credi che le immagini siano poco interessanti/vendibili o problematiche? Ti prego di farmi sapere se vedi qualcosa che non va. Vorrei capire se il mio percorso fin qui è del tutto normale e bisogna solo continuare a lavorare oppure se hai consigli per farmi correggere il tiro.

Ti mando il link al portfolio più ampio e rappresentativo che ho al momento.

http://www.istockphoto.com/portfolio/lucamontevecchi#eb15c41

Infine, ti volevo chiedere se conosci dei modi per mettere in evidenza il proprio portfolio (indicizzazioni, creazioni di gallery, altre azioni utili a generare un po’ di vendite).

 

Grazie mille per l’attenzione e per il tuo tempo.

 

Un saluto,

Luca 

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Fotografia microstock: l’importanza del buon senso

Di Luca mi è piaciuto molto l’approccio e in particolare due punti che emergono dalla sua mail.

  • Scelta delle giuste agenzie. E’ corretto puntare innanzitutto sulle due agenzie che rappresentano i pilastri fondamentali di una buona strategia di vendita di fotografia microstock, Shutterstock e Fotolia. Le altre agenzie scelte da Luca (iStock, Depositphotos e 123RF) sono tutte dei cavalli di razza. Vogliamo aggiungerne una? Dreamstime, sulla quale sarei disposto a fare una scommessa di ripresa vendite per il futuro.
  • Conoscenza dei propri limiti. Luca dimostra buonsenso nel riconoscere che il suo portfolio è piuttosto limitato in termini di numeri d’immagini e che in futuro dovrà non solo aumentare la dimensione del suo portfolio ma anche l’ampiezza degli argomenti trattati. Riconosce che non potrà caricare più di qualche immagine a settimana. Questo vuole dire che non ci si potrà aspettare grandi risultati di vendite a breve termine, ma è giusto essere ancorati alla realtà. Non promettiamoci di inviare 50 immagini alla settimana se facciamo fotografia microstock da qualche mese: saremmo destinata alla frustrazione del non ce la faccio.

A termine mail Luca fa una domanda precisa: esistono modi per mettere in evidenza il proprio portfolio?

La risposta è: sì, ma nella mia esperienza funzionano poco. Con grandi differenze tra le diverse agenzie di fotografia microstock, esistono possibilità di organizzare gallerie e lightboxes (ovvero raccolte tematiche). Ne ho utilizzate diverse e a parte l’aumento di lavoro nell’inserire e organizzare le immagini, devo dire che non ho sentito grandi spinte propulsive alle vendite. A oggi, l’unico vero modo di spingere le vendite (data per scontata una buona fotografia di partenza) sono dei buoni metadata: titolo, descrizione, keyword.

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Il portfolio fotografico di Luca

L’immagine di apertura post è presa dal portfolio di Luca e mi piace molto. Ha la giusta pennellata di colore ma senza esagerare nella saturazione, l’inquadratura è corretta (magari si poteva evitare il taglio dei due ghiaccioli in basso, ma comunque funziona), la ridotta profondità di campo contribuisce alla riuscita della fotografia. Una piccola nota migliorativa: aumentare l’esposizione di un mezzo/intero stop forse avrebbe giovato ad attrarre maggiormente l’occhio del cliente quando la fotografia in questione si presenterà sul suo monitor assieme alle concorrenti.

Capture2Questa è una caratteristica del portfolio di Luca abbastanza presente in tutto il suo lavoro: alzare un po’ l’esposizione porterebbe giovamento a molte delle sue immagini. Come ad esempio nella fotografia che vedi qui a fianco. Non solo l’immagine è molto scura, ma anche nella sua oscurità non è uniforme (lato sinistro veramente troppo in ombra). Inoltre, il taglio dell’inquadratura non è convincente: o il soggetto è a lato e lasci dello spazio per l’inserimento di un eventuale testo (copyspace), o è in centro, ma mai in centro ma non troppo, altrimenti rischia di essere una fotografia microstock semplicemente sbagliata. Però l’idea è buona…

Capture3Trovo interessante l’immagine qui a fianco della toppa della porta. Luca ha sicuramente un gran occhio per i dettagli: è una dote importante visto che il suo portfolio non include persone e pertanto bisogna cercare di distinguersi sul mercato in altro modo. In questa immagine c’è trippa per gatti, ma dobbiamo lavorarci un po’. Ho venduto immagini simili elaborate in postproduzione spingendo molto sul contrasto, sul controllo chiarezza e lavorando in bianco e nero (in questo tipo di immagini il colore non aggiunge informazioni importanti).

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Capture6Qui a fianco puoi vedere una mia fotografia che ha venduto bene: sfrutta lo stesso spunto di quella di Luca, semplicemente ho spinto un po’ sulla postproduzione. In particolare, sfruttando lo sfondo della porta in legno, ho estremizzato spingendo sui toni medi con il controllo di Lightroom Clarity.  E’ vero, nella fotografia microstock dobbiamo a volte calcare un po’ la mano per farci notare…

Nota a margine: sono finito nel tunnel mentale dei tutorial Lightroom e sto approfondendo il tema con sommo piacere e curiosità. Segnalo il sito Lynda.com. Trovate i migliori tutorial Lightroom in circolazione ma con un piccolo difetto: sono a pagamento.

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Capture4Chiudo la carrellata su questo portfolio con un’immagine che mi è piaciuta molto per l’utilizzo della ridotta profondità di campo e che giudico intelligente. In questo modo Luca a semplificato il tema delle model release inserendo un elemento umano sulla sfondo (che aiuta a vendere) non riconoscibile e pertanto che non necessita di liberatoria. Bravo!

Se vuoi approfondire il tema della liberatoria, ti invito a leggere anche l’articolo Liberami dalla liberatoria!

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Conclusioni

Il portfolio di Luca è veramente interessante. Spazia da idee così così (la serie di fotografie sui termosifoni mi lascia un po’ perplesso…) e bei lampi d’intuizione e occhio al dettaglio. Se riuscisse a dare maggiore luminosità alle sue immagini, accompagnando il tutto con una postproduzione un po’ più in ottica di fotografia microstock (vale a dire cercando soluzioni creative che lo distinguano dalla massa), i risultati non tarderebbero ad arrivare.

Il vero limite del portfolio non è la qualità, ma la quantità. Un portfolio di fotografia microstock composto da alcune decine di immagini non permette di arrivare a risultati apprezzabili neanche in tempi lunghissimi. Per quanto la qualità delle immagini sia la priorità, un portfolio che non si attesti nell’ordine di un migliaio immagini prevedibilmente darà scarsi risultati.

E’ una regola che vale sempre? No. Esistono fotografi microstock che vendono bene con qualche centinaio di immagini e conosco un caso di una fotografa che stravende con qualche decina di immagini, ma sono eccezioni veramente rare.

Il successo di chi fa fotografia microstock è deciso, quasi sempre, dalla capacità di produrre in modo costante e per lunghi periodi immagini di buona qualità.

La teoria è semplice: è sulla pratica che un po’ tutti noi facciamo fatica!

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