Black MagicQualche settimana fa mi ha scritto Giorgio, raccontandomi di come una sua recente fotografia destinata al mercato fotografico microstock di una maschera di legno africana fosse stata rifiutata dall’agenzia Shutterstock per motivi legati all’assenza di liberatoria. Mi è venuto da sorridere. Anche a me lo scorso anno la stessa agenzia aveva rifiutato diverse immagini di maschere tradizionali africane (vedi immagine qui a fianco, una di quelle rifiutate). Stesse immagini che sono invece state accettate da altre agenzie. Ma allora qual è la regola? Esiste un indirizzo chiaro e definito di cosa è permesso inviare con o senza liberatoria? La situazione è chiara se si fotografano persone: se la persona, o parte della persona, è riconoscibile allora ci vuole la liberatoria e fine della fiera. Ma per gli oggetti? E per i monumenti: posso sempre fotografare tutto? Lo sapevate che il panorama della Val d’Orcia è coperto da copyright e se fotografiamo dei cipressi per venderli in agenzia rischiamo di complicarci di molto la vita?

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Cos’è la liberatoria fotografica

In questo post parleremo specificatamente della liberatoria su proprietà, quella che gli americani la chiamano property release. La liberatoria è un documento che tutela il fotografo da ogni possibile azione legale nei suoi confronti da parte del proprietario del soggetto ritratto in fotografia. La liberatoria ha come scopo primario la protezione non solo del fotografo, ma anche del cliente del fotografo che utilizzerà l’immagine non escludendo gli scopi commerciali. Per questo le agenzie microstock sono così restrittive nei confronti della liberatoria: in caso di problemi legali relativi all’utilizzo dell’immagine il primo a risponderne in giudizio è il fotografo, ma le agenzie vogliono comunque evitare che il problema ricada anche solo parzialmente su loro o sul cliente finale e pertanto mantengono un approccio prudente al tema prima di accettare un’immagine nel loro archivio. La teoria della property release è sicuramente buona: si tratta di un documento che come fotografi ci protegge da futuri problemi. Il problema è passare dalla teoria alla pratica.

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Ma al fotografo microstock conviene avere la liberatoria?

Avere una liberatoria in mano permette di vendere di più. Molti clienti non utilizzano una fotografia di agenzia microstock se non accompagnata dalla documentazione che certifica la libertà di utilizzo dell’immagine a scopi commerciali. Il motivo è semplice: non vogliono avere problemi da parte del proprietario del soggetto fotografico. La tua fotografia ha probabilmente maggiori possibilità di essere venduta se ha una liberatoria. E’ anche però vero che la liberatoria non sempre è facile da ottenere e che appesantisce il tuo flusso di lavoro poiché deve essere allegata (con modalità diverse da agenzia ad agenzia) all’immagine di cui stai facendo l’upload. Per questo molti fotografi preferiscono non buttarsi nel ginepraio delle liberatorie e fotografare soggetti che non ne necessitano, alleggerendo il proprio flusso di lavoro. Ogni fotografo sceglie quale delle due strade percorrere in base al modo di lavorare che preferisce ma tendenzialmente sono valide queste due equazioni:

LIBERATORIA = PROBABILI MAGGIORI INCASSI = FLUSSO DI LAVORO ARTICOLATO

SENZA LIBERATORIA = PROBABILI MINORI INCASSI = FLUSSO DI LAVORO SNELLO

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Quando serve la liberatoria per il microstock?

In generale, serve la liberatoria quando la proprietà è il soggetto principale della fotografia o se stai fotografando all’interno di una proprietà privata. La firma sulla liberatoria è evidenza del permesso che ti è stato concesso dal proprietario per l’utilizzo dell’immagine. Ecco una lista delle proprietà che necessitano di liberatoria:

–          Loghi e marchi

–          Oggetti brevettati nel loro design (es. iPad, orologi, giocattoli…)

–          Edifici quando soggetti principali dell’immagine: case, uffici, edifici commericali

–          Musei, stadi, parchi di divertimento

–          Opere d’arte

–          Animali identificabili (es. bovini dotati di numero d’identificazione su orecchio)

Se la proprietà immobiliare  non è il soggetto principale dell’immagine allora si può utilizzare la fotografia avendo cura di rimuovere tutto ciò che identifica la proprietà, come il numero civico di una casa o il cognome sulla cassetta delle lettere.

Nel prossimo post approfondiremo la lista del si fa/non si fa relativa all’utilizzo della liberatoria. E vi anticipo già che ci ritroveremo di fronte a casi apparentemente assurdi.

Dai, raccontateci la vostra esperienza sulle liberatorie! Anche a voi (come a me) hanno bocciato tonnellate di fotografie per assenza del documento?

A presto

Paolo