Consigli per creare foto, vendere on line e guadagnare con la fotografia microstockQuesta settimana facciamo un po’ di fotografia industriale. Ci troviamo all’interno di un birrificio storico del nord Europa ed in una situazione un po’ limite da un punto di vista di liberatoria a fotografare (vedremo dopo il perché). Iniziamo con il dare qualche dato: questa fotografia è stata messa in circolazione sul portfolio delle mie agenzie fotografiche ad agosto 2010, Shutterstock e Fotolia come al solito fanno la parte del leone. L’immagine è stata venduta complessivamente fino ad oggi 480 volte ed ha realizzato 490 $. Nel 29% delle volte l’acquirente cercava la keyword Beer, nel 19% Brewery.

I dati di scatto non sono troppo estremi pur trattandosi di un’area non ben illuminata. Questo grazie al fatto che in prossimità del soggetto sono riuscito a trovare una piccola scaletta sulla quale era presente una ringhiera. Appoggiando la macchina fotografica direttamente sulla ringhiera e utilizzando l’autoscatto per evitare il rischio di mosso sono riuscito ad avere una foto sufficientemente nitida ad apertura f/8, ISO 100, modalità RAW. Ho dovuto poi fare un po’ di postproduzione per rimuovere il marchio di fabbricazione presente sul quadrante dei due manometri al centro dell’immagine. Si tratta di uno dei rarissimi casi in cui ho utilizzato Photoshop: normalmente, per chi fa soprattutto microstock, Adobe Lightroom basta ed avanza.

Il momento creativo in cui l’immagine è nata è stato piuttosto “a rischio”. Quello che intendo è che, trovandomi all’interno di un luogo privato, di norma è necessaria una liberatoria qualora il luogo sia il soggetto dell’immagine e sia facilmente riconoscibile. In questo caso il soggetto dell’immagine non era il luogo, ma il macchinario. Il vero problema è che il confine tra l’accettabile e il non consentito in questi casi è estremamente sottile. Se e quanto il soggetto della fotografia sia il macchinario (non serve la liberatoria poiché i loghi e marchi erano stati rimossi) oppure l’ambiente in cui il macchinario si trova in realtà è un giudizio che da l’ispettore dell’agenzia di microstock e ci si rimette alla sua clemenza. Sapevo di essere al limite per un’accettazione senza liberatoria, poteva andare bene oppure l’ispettore poteva bocciarmi la fotografia. Ci ho provato, ed è andata bene. Questo non vuole dire fregarsene dei diritti di immagine delle proprietà altrui, che è priorità rispettare (anche perché altrimenti ti becchi una bella denuncia). Vuole dire utilizzare il buonsenso e valutare caso per caso.

Consigli per creare foto, vendere on line e guadagnare con la fotografia microstockPerché questa immagine e non un’altra? L’immagine qui a fianco fa parte della stessa serie ma non funziona. Intanto la postproduzione non è stata meticolosa come invece avrei dovuto fare (brutto quel pezzettino di muro sulla destra: bastava tagliarlo leggermente per confezionare meglio la fotografia). Ma a prescindere dalla postproduzione c’è un problema di base: due luci con due temperature diverse. In primo piano abbiamo il riflesso sulla parte metallica di una luce calda dovuta ad una lampadina, sul fondo dell’immagine c’è la luce naturale proveniente dalla finestra più fredda. Quando la situazione è questa, con due tipi diversi di luce nella stessa immagine, diventa veramente impossibile cercare di rendere buona un’immagine nata male.

Riassumendo: perché la prima immagine ha venduto?

1)     Prospettiva di tre elementi. Ricordate quello che dicevamo qualche post fa? Il numero dispari rende più armonica una fotografia. Tre oppure cinque elementi compongono meglio un’immaigne di due o quattro.

2)     Luce uniforme in un contesto difficile (ho cercato di escludere la contemporanea presenza di luce naturale + luce artificiale calda)

3)     Semplicità. Inquadrare poche cose premia sempre.

 

Grazie per i commenti della scorsa settimana. Vi invito a continuare e, se avete perso qualche puntata precedente, vi rimando al ink Vendere foto online.